di Olga Festa

A Irsina c'è la "Casa di conchiglie", decorata da un solo uomo con 50mila gusci di molluschi
IRSINA – Nel cuore di Irsina si nasconde un’abitazione che ha fatto dei molluschi il proprio elemento caratteristico: è la cosiddetta “Casa di conchiglie”, una dimora completamente ricoperta di gusci di vongole, telline, tartufi e cuori di mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il particolare edificio è situato nel centro storico del piccolo comune in provincia di Matera ed è stato decorato in questo modo da Giulio Policarpo: un muratore che alla metà degli anni 60 decise di trasformare il palazzo dove viveva in una sorta di opera d’arte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’uomo vi si dedicò per quasi quindici anni, posizionando in modo meticoloso più di 50mila conchiglie e piccole pietre su ogni angolo dell’edificio, creando anche scritte, disegni e figure come quella della Torre di Pisa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un vero esempio di Art Brut quindi. Con questo nome viene infatti definita quell’arte spontanea realizzata da chi, pur non avendo una vera e propria formazione accademica, riesce a realizzare opere fantasiose, uniche nel loro genere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo così andati a visitare la “Casa di conchiglie”, immergendoci nel centro storico di Irsina. (Vedi foto galleria)

Partendo dalla centrale piazza Garibaldi ci dirigiamo verso vico Santa Chiara: in questa viuzza, al civico 21, si trova infatti la nostra meta. La Casa ci appare subito nella sua particolare bellezza. Organizzata su due livelli, è completamente ricoperta di gusci, i cui colori e la diversa disposizione creano motivi e forme lungo tutte le pareti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Riconosciamo vongole adriatiche, telline, tartufi, cuori di mare. Le più grandi sono attaccate al muro dalla parte concava, altre invece dalla parte convessa, mettendo così in bella vista l’interno della conchiglia. «Sono più di 50mila e provengono dalle spiagge lucane, principalmente da Policoro e Metaponto», sottolinea la 75enne Vittoria Policarpo, figlia di Giulio, colui il quale ha realizzato questa meraviglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Andavamo spesso al mare - spiega la signora - e inevitabilmente dopo il bagno si finiva sempre a raccogliere gusci da portare a casa come ricordo. Pian piano ne accumulammo un bel po’, di diversa forma e tipologia. E così al mio papà un bel giorno venne la geniale idea di decorare l’intera casa con le nostre amate conchiglie: si mise infatti in testa di creare qualcosa che durasse nel tempo e grazie al quale potesse essere ricordato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Giulio cominciò quindi ad aggiungere gusci alle pareti della palazzina, sfruttando le sue competenze da muratore. «Quest’opera entrò diritto nel cuore di mio padre – rivela la donna –. Nel 1965 abbozzò dei disegni preparatori e da lì partì con un lavoro che terminò solo nel 1980, due anni prima di morire».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci avviciniamo ora all’edificio per scoprirne qualche altro dettaglio. Notiamo ad esempio come sulla chiave di volta dell’arco che incornicia la porta d’ingresso siano incise le iniziali P.G. (“Policarpo Gerardo”): si riferiscono al papà di Giulio che all’inizio del 900 costruì la palazzina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ad affascinarci è poi il piccolo balconcino in pietra sul quale spicca, in chiaro, una bifora che fa da cornice alla finestra, circondata a sua volta da un ampio arco con un motivo geometrico bicolore. Il tutto creato naturalmente con le conchiglie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Gli elementi sulla facciata sono diversi – fa notare la proprietaria –. I più presenti sono sicuramente quelli floreali, come mazzetti di fiori e foglie, realizzati sfruttando i colori diversi dei gusci. Ma ci sono anche diverse bifore che, oltre a quella del balcone, decorano le finestre».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Molto particolare è sicuramente quella al primo piano, dove subito sotto un occhio attento può leggervi la scritta “PASSA”. Le “S” sono però molto aguzze, tanto da sembrare delle “Z”, andando così a formare la parola “PAZZA”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sicuramente ce l’aveva con qualcuno», scherza la figlia, prima di attirare la nostra attenzione su una delle figure più particolari ed elaborate dell’intera abitazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A sinistra del balcone si trova infatti un disegno che si allunga verso l’alto, dove decine di archetti sono disposti a formare i diversi piani della torre più famosa d’Italia: quella di Pisa. Il tempo però ne ha cancellato la parte finale, che oggi sembra sparire nello strato di intonaco che ricopre l’angolo superiore della parete, dalla quale pian piano sono venuti via i gusci. 

La “casa”, che Vittoria abita solo d’estate, avrebbe infatti bisogno di una ristrutturazione: le stesse conchiglie risultano fortemente sbiancate a causa della lunga esposizione al sole e alle intemperie. «Quest’edificio è parte della nostra storia – dichiara Giacomo Silvano, presidente della Pro Loco locale –. Sono tanti i turisti che, quando vengono ad Irsina, si fermano ad ammirarla e a fotografarla. La speranza è quella di trovare dei fondi per realizzare quello che appare ormai un necessario restauro». 

(Vedi galleria fotografica)
 


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Per visitare la “Casa di conchiglie" ci immergiamo nel centro storico di Irsina (foto di Anna Nicoletta Menzella)
Partendo dalla centrale piazza Garibaldi...
...ci dirigiamo verso vico Santa Chiara...
...in questa viuzza, al civico 21, si trova infatti la nostra meta
La Casa ci appare subito nella sua particolare bellezza
Organizzata su due livelli, è completamente ricoperta di gusci...
...i cui colori e la diversa disposizione creano motivi e forme...
...lungo tutte le pareti
Riconosciamo vongole adriatiche, telline, tartufi, cuori di mare. Le più grandi sono attaccate al muro dalla parte concava....
...altre invece dalla parte convessa, mettendo così in bella vista l’interno della conchiglia
«Sono più di 50mila e provengono dalle spiagge lucane, principalmente da Policoro e Metaponto», sottolinea la 75enne Vittoria Policarpo...
...figlia di Giulio, colui il quale ha realizzato questa meraviglia
Ci avviciniamo ora all’edificio per scoprirne qualche altro dettaglio
Notiamo ad esempio come sulla chiave di volta dell’arco che incornicia la porta d’ingresso siano incise le iniziali P.G. (“Policarpo Gerardo”): si riferiscono al papà di Giulio che all’inizio del 900 costruì la palazzina
Ad affascinarci è poi il piccolo balconcino in pietra sul quale spicca, in chiaro, una bifora che fa da cornice alla finestra...
...circondata a sua volta da un ampio arco con un motivo geometrico bicolore. Il tutto creato naturalmente con le conchiglie
«Gli elementi sulla facciata sono diversi – fa notare la proprietaria –. I più presenti sono sicuramente quelli floreali, come mazzetti di fiori e foglie, realizzati sfruttando i colori diversi dei gusci...
... o piccoli vasi, realizzati sfruttando i colori diversi dei gusci.
...Ma ci sono anche diverse bifore che, oltre a quella del balcone, decorano le finestre»
Molto particolare è sicuramente quella al primo piano, dove subito sotto un occhio attento può leggervi la scritta “PASSA”. Le “S” sono però molto aguzze, tanto da sembrare delle “Z”, andando così a formare la parola “PAZZA”
A sinistra del balcone si trova infine un disegno che si allunga verso l’alto, dove decine di archetti sono disposti a formare i diversi piani della torre più famosa d’Italia: quella di Pisa
Il tempo però ne ha cancellato la parte finale...
...che oggi sembra sparire nello strato di intonaco che ora ricopre l’angolo superiore della parete, ormai privo di conchiglie



Olga Festa
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  • gaetano - Una favola che si ripete e che mi pone l'interrogativo: ha limiti il genio e la creatività dell'uomo?


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